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"Simone di Cirene" di Sieger Koder
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CALENDARIO
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ANNO PASTORALE 2024-2025
Caldo intenso, anche a Bergamo si sfiorano i 36° e ci pare essere l'estate più calda degli ultimi anni. Un'estate caratterizzata da bombe d'acqua, improvvisi acquazzoni e tempeste che vanno sia a rinfrescare un po' il clima sia a provocare danni ingenti per tutti. Segni, ormai, evidenti di un clima diverso dall'abitudine, un clima differente che pare essere espressione di un cambiamento climatico avvenuto e in continua ridefinizione. In questo contesto ci ritroviamo ancora a pensare, progettare con uno sguardo che desidera essere attento, prospettico e fecondo, il nuovo anno pastorale che si presta ad iniziare il prossimo settembre. Il tempo passa velocemente, ci sembra solo ieri di aver celebrato i sacramenti, aver iniziato il Redonestate e già ci troviamo alla soglia di un nuovo tempo che chiede a tutti e a ciascuno di continuare il cammino comunitario.
Sarebbe bello poter scrivere all'inizio di questo nuovo anno pastorale che i sogni raccontati durante le Celebrazioni domenicali si sono davvero trasformati in realtà e invece siamo a riportare il pensiero a chi nel mondo non si trova a vivere situazioni facili, belle e confortevoli. Nemmeno le olimpiadi di Parigi sono state capaci di toccare le coscienze per dar vita ad una tregua durante i giochi mondiali. All'orizzonte continuano le minacce di possibili ritorsioni militari in terre già lacerate da conflitti inutili; poi ci sono gli incendi dolosi che vanno a devastare la flora e la fauna in varie parti del mondo; elezioni corrotte e dirottate in sistemi democratici svuotati di senso e di possibilità; in aumento violenze domestiche brutali; prezzi alle stelle ed aumenti dannosi dei beni di prima necessità; continuo sperpero di risorse e spreco alimentare in zone nel mondo segnate dal troppo benessere; spese per armamenti sempre maggiori e tagli all'istruzione, alla sanità e ai servizi pubblici; e in tutto questo il divario incrementa tra coloro che si ritrovano ad essere sempre più ricchi e coloro che si ritrovano ad essere sempre più poveri.
Accade non solo nel grande e lontano scenario mondiale, ma anche nel micro scenario sociale che ci ritroviamo a vivere, nella nostra città, nel nostro quartiere, nella nostra Comunità e nelle nostre famiglie. E accade che in tutto questo scenario si continui a camminare dietro a quel Maestro che non smette di chiamarci ad essere fratelli tutti in una fraternità che pone il servizio all'uomo quale unica via d'incontro con il Padre. È in questo servizio all'uomo che trova senso il calendario pastorale nel tentativo fragile di poter porre nel tempo celebrazioni, incontri e feste al fine di rendere il nostro stare insieme possibilità rinnovata di costruzione di quella città che sappia avere ancora, oggi, la misura dell'uomo.
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Bello inserirsi nel cammino ecclesiale del Sinodo, segno concreto di una fraternità possibile dentro la Chiesa. e del Giubileo, che ci invita a porre lo sguardo su quella Speranza che sa intuire, nelle trarne confuse e frastagliate della storia, il bene presente di quei germogli che hanno in sé vita nuova. Una vita che è degna di essere vissuta a partire da quella promessa di bene per tutti che non delude, nella certezza che proprio la Sua misericordia sia possibilità tangibile per ogni uomo e chieda a ciascun discepolo di esserne strumento vivo. Tutti siamo chiamati a farci persone capaci di misericordia verso la storia ferita del fratello.
Ci lasceremo guidare, nei tanti impegni che la nostra Comunità propone, da alcune parole dell'Enciclica Fratelli tutti e da scritti di altri uomini che proprio nella fraternità hanno trovato la possibilità di vivere la misericordia come stile personale e comunitario e da alcuni disegni sulla fraternità fatti dai nostri bambini e come chiave di lettura vorremmo tenere nella trama l'opera "Gesù e il Cireneo" di Siger Kóder in copertina:
Mani protagoniste
Mani intrecciate
Mani grosse
Mani umane
Mani segnate
Mani colte nell'atto di abbracciare corpi umani uniti dal medesimo destino di salire il monte portando un legno. Mani di un figlio di falegname; mani di un contadino. Mani che ben conoscono il lavoro e la fatica. Mani ruvide, consumate. Mani portatrici di sapienza ed esperienza. Mani capaci di racchiudere in una morsa vitale la storia di due uomini sconosciuti, con storie e attese diverse, eppure estremamente simili nel loro divenire sostegno l'uno dell'altro. Non si capisce chi sostenga chi: entrambi sembrano essere sostenitori e sostenuti e forse è questo il cammino del discepolo, trovarsi fianco a fianco del Maestro, intrecciando le proprie mani, lasciandosi portare mentre lo si aiuta a portare e scoprirsi così, nella radicalità e libertà umana, stretti in un abbraccio vitale di fraternità. Così intuire, accanto a quell'uomo, che la vita è e rimane difficile, ma porta in sé un esito positivo, un di più di grazia che solo nel cammino fatto a due può rivelarsi e dischiudersi. Non si è da soli; non si cammina in solitaria; non siamo battitori liberi, ma fratelli tutti; fratelli in umanità; fratelli in cammino.
Vorremmo rimanere tutti accanto a Lui per essere disponibili a portare i pesi gli uni degli altri, sotto quel legno che tutti accomuna e che tutti chiama a stare uniti, perché proprio sotto quello stesso legno puoi far tuo il suo sguardo sul mondo e sull'umanità; uno sguardo di stupore per le piccole cose; di fascino per la semplicità e la bellezza della natura; di amore per le parole e i gesti di dono; di perdono per gli errori e gli sbagli commessi.
Che sia un anno nuovo di riscoperta della preziosità dell'altro, qualunque altro.
I preti della Comunità
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