Nell'anniversario del ritorno di don Sergio Colombo alla casa del Padre (10 ottobre 2013), la sua comunità cristiana di Redona, le comunità cristiane che a lui sono state vicine, i tanti presbiteri e laici, che lo hanno avuto come amico e compagno di fede e di opere, e - possiamo pur dire - la Chiesa tutta di Bergamo che l'ha avuto come figlio e maestro ne fanno ricordo mediante una iniziativa che congiunge una rievocazione personale e una proposta ecclesiale.
Il convegno, che qui si presenta, porta il significativo titolo "Don Sergio e la costruzione di una Chiesa conciliare". Altre iniziative già in progettazione indagheranno magari il profilo eminentemente teologico di don Sergio e le sue frequentazioni culturali, mentre la nostra iniziativa intende ricostruire soprattutto il rilievo pastorale della sua figura, pur nella consapevolezza che
non è né agevole né corretto separare la sua riflessione teologica dalla costruzione pastorale d'una comunità cristiana, perché mai in don Sergio la riflessione è rimasta nell'ambito della pura conoscenza e mai la pratica pastorale è stata esente dalla ricerca del suo senso fondante.
Possiamo dire che con questo convegno si intende ricomporre i vari aspetti della sua pastorale, affinché la comunità cristiana, che ne è stata partecipe e destinataria, prenda consapevolezza d'un percorso compiuto e di una eredità da onorare. Sicché il ricordo di don Sergio non è solo un atto storico volto al passato, ma una verifica e un rilancio nel solco della costruzione d'una Chiesa di popolo. |
Nel solco del Concilio che con tanta passione don Sergio ha prima vissuto da giovane chierico a Roma, poi approfondito e trasmesso e tradotto nella sua maturità di docente e di parroco.
Siamo sicuri poi che, data la larghezza della concezione di comunità cristiana propria di don Sergio, la rievocazione proposta da questo convegno interesserà anche tutte quelle persone che si sono riconosciute nella sua comunità e da essa sono state coinvolte, non in ragione del mistero della fede, ma della sua attenzione alle strutture dell'uomo e nel nome della comune umanità, pensosa del senso e sollecita della cura dell'altro.
Il nostro convegno vuol essere perciò un'attestazione di riconoscenza e di impegno, un atto di amore per l'uomo e per la Chiesa che sta in Bergamo. Solo a queste condizioni - ne siamo certi - don Sergio l'avrebbe accettato.
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