A Efraim insegnavo a camminare
Osea, 11,1-4
"Quando Israele era fanciullo,
io l'ho chiamato,
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.
A Efraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi compresero
che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d'amore,
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare".
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Infanzia e Fanciullezza
Il tratto saliente dell'infanzia è la meraviglia. La meraviglia è del figlio, perché si senta conosciuto, atteso, anticipato. La meraviglia è dei genitori che si sentono gratificati dal compito di introdurre il figlio nel mondo e nel viaggio della vita.
Questo compito grandioso può essere mancato dai genitori se invece di aprire il figlio al mondo lo imprigionano in un rapporto ansioso e possessivo: che spegne la meraviglia.
La meraviglia assume, nella successiva età della fanciullezza, la forma della scoperta e dell'esplorazione del mondo. Esposti a troppe sollecitazioni, i nostri ragazzi rischiano di disperdersi. Non vengono educati alla disciplina e alla legge che deve guidare la perlustrazione del mondo. I genitori e gli adulti non riescono ad indicare una strada significativa...
La Bibbia indica chiaramente questo pericolo di dispersione nel testo di Osea, citato nella pagina accanto. |