"I cristiani non sono distinti dagli altri uomini, né per territorio, né per lingua, né per modi di vivere. Essi infatti non abitano città loro proprie, non usano un linguaggio particolare, né conducono uno speciale genere di vita... Abitando in città greche o barbare, come a ciascuno è toccato in sorte, e adattandosi agli usi del paese nel vestito, nel cibo e in tutto il resto del vivere, danno esempio di una loro forma di vita sociale meravigliosa, e che, a confessione di tutti, ha dell'incredibile. Abitano la loro rispettiva patria, ma come gente straniera... Ogni terra straniera è patria per loro, e ogni patria è terra straniera".
(Lettera a Diogneto, Il secolo) |
Elogio della solidarietà
La "mía" storia è inseparabile dalla "nostra" storia - quella che vivo in un posto, in un gruppo di persone - e dalla grande storia che coinvolge in un unico destino la storia di tutti.
Oggi viviamo in un tempo in cui la solidarietà è difficile: viene esaltato tutto ciò che promuove l'individuo. La fragilità della solidarietà rende difficile affrontare i gravi problemi che abbiamo di fronte.
Noi cristiani, nutriti dalla fede nella fraterna solidarietà tra tutti gli uomini, dovremmo essere tra i più generosi a creare legami nella maniera di costruire la famiglia, di organizzare la società, di far incontrare le culture e i popoli. |