Carissimi...
eravamo abituati a ricevere così, le lettere di don Sergio alla partenza degli itinerari liturgici della comunità. Come abbiamo avuto modo di scambiare con molti in questi primi due mesi di assenza, in ogni nuovo momento del nostro itinerario pastorale di quest’anno, dovremo fare i conti con la sua mancanza. Ritroveremo nella semplicità e nella difficoltà di questa esperienza anche molti stimoli capaci di farci camminare. Lo abbiamo non solo intuito ma anche lo abbiamo già iniziato a verificare. Ancora per questo avvento raccogliamo pensieri e propositi che don Sergio ci aveva confidato e a cui già stava lavorando: l’idea di lavorare negli itinerari di quest’anno sui sacramenti, come anche una piccola bibliografia essenziale a cui appoggiarci:
‐ Christian Salenson, Les Sacrements ‐ Sept clés pour la vie, DDB, 2012
‐ Louis ‐ Marie Chauvet, L’umanità dei sacramenti, Qiqajon, 2010
‐ Bernard Sesboüé, Credere nei sacramenti e riscoprirne la bellezza, San Paolo, 2011
L’intenzione che animerà il nostro itinerario è di lavorare sull’umanità dei sacramenti e, per quanto riguarda il percorso dell’avvento, sull’umanità del loro linguaggio proprio che è la liturgia. Non si può che ricordare l’esempio di umanità di don Sergio proprio nella liturgia e il suo parlare al cuore, fraternamente ad ognuno di noi. |
La posta in gioco
Qual è il senso della liturgia cristiana e cosa significa celebrare i sacramenti cristiani? Le comunità cristiane non possono non recepire un lungo e fecondo percorso fatto dalla teologia negli anni successivi al Concilio Vaticano II. È importante che la teologia sia in ascolto della pastorale e che la pastorale sia fecondata dalla teologia. La pastorale, e in particolare la liturgia delle nostre comunità diventa il luogo di sintesi dell’esperienza di fede del popolo dei credenti.
Per entrare nell’umanità della liturgia si possono istituire alcuni paragoni fecondi. Come avviene in un gioco, la liturgia è un’azione che mette in gioco. Per evitare le sue derive razionalista‐utilitarista e cerimoniale‐ intimista la liturgia deve capire il proprio linguaggio “teatrale”. Gli attori e gli spettatori diventano, nello spazio teatrale della liturgia i testimoni di un accadimento: la finzione cede il posto alla realtà e diventa cosa seria.
L’assemblea liturgica, le parole, i gesti e gli oggetti sono, nella liturgia, gli strumenti e la sceneggiatura di una rappresentazione fatta per realizzare un incontro con la realtà di Dio. Lo scopo è un viaggio dentro sé stessi e nella fraternità “assumendo” il corpo di Cristo. Ecco perché questo è un cammino di preparazione al Natale, alla celebrazione del venire al mondo come uomo di Dio in Gesù. Creare uno spazio umano di accoglienza per il suo venire: nella liturgia come nella vita. |