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Parrocchia di San Lorenzo Martire - via Leone XIII, 15 - quartiere di Redona (Bergamo)
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25/12/2014
NATALE DEL SIGNORE

INIZIO E LETTURE

OMELIA

Itinerario di Avvento 2014
IL SOGNO DI GESU'
6
Il pane più buono che ha
fatto Maria è Gesù

Siamo proprio all’inizio, qui, della vita di Gesù. Lui non lo sa. Ma mentre nasce sperimenta già d’essere accolto da qualcuno: dalle ginocchia giovani di Maria, che già gli ha aperto il grembo; dalle mani forti di Giuseppe, padre affettuoso, pur senza essere stato lui a dare la vita a Gesù; dal curioso stupore dei pastori, accorsi increduli, per primi, a vedere un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia. La tradizione pone bue ed asino accanto alla mangiatoia, quasi a dire, delicatamente: «Anche la creazione ti accoglie, ti fa spazio, si prende cura di te! Te lo diciamo noi per tutti!». È così per ogni bimbo che nasce, anche se non sempre questo è facilmente riconoscibile! Noi lo riconosceremo come dono di Dio, come pane buono offerto per tutti noi. Intanto, però, è lui a sperimentare d’essere accolto. Chissà con quanta cura Maria l’avrà accolto tra le sue braccia, sul suo seno, nei suoi baci; chissà con quanta delicatezza avrà ripulito quel batuffolo d’uomo; chissà con quanta attenzione l’avrà avvolto in fasce, come facevano allora le madri con i loro figli; chissà con quanta tenerezza l’avrà deposto nella mangiatoia. Maria è una madre premurosa e attenta. Concreta, oltretutto! È povera, certo, non ha molto da poter offrire a suo figlio. Ma tutto ciò che ha glielo offre. E cerca il meglio per lui. Nonostante il viaggio, ha con sé le fasce per poterlo avvolgere e tenere al caldo: se non può tenerlo sempre lei tra le sue braccia bisogna pure che suo figlio sperimenti d’essere coccolato! Si trova forse in una casa di fortuna o presso qualcuno della sua famiglia o del clan di Giuseppe e, probabilmente, non c’è posto più tranquillo e più accogliente, lì, che la parte più interna della casa, spesso ricavata dentro una grotta. Lì normalmente vengono raccolte le cose più preziose e più importanti per la vita di ogni giorno, come gli animali. Lì, per di più c’è lo spazio più caldo, perché è il più interno e perché lì – appunto - stanno raccolti gli animali. Maria si è rifugiata lì, con Giuseppe. E lì pone Gesù. Non c’era posto per loro in altri spazi. Ma questo va benissimo. E Maria con molta concretezza depone Gesù proprio qui, nel luogo più morbido e più sicuro per un bambino: nella mangiatoia. Lo depone con delicatezza e cura! Gli animali possono per un po’ fare a meno di questo spazio tanto necessario per loro. Per un bambino si può fare... Di Giuseppe non ci racconta nulla il Vangelo,

tranne che la cosa più importante: che c’è. C’è lui pure vicino a Maria. Ed è lì, anche lui ad accogliere Gesù. A testimoniare a Gesù che lui è la persona più preziosa che ha, insieme a Maria, la sua sposa. Questo giovane uomo non ha battuto ciglio a prendere con sé Maria, che si era trovata incinta senza che lui ne fosse la causa. Aveva dato credito alla sua storia ed ai propri sogni, e l’aveva presa con sé, nella propria vita, nella propria casa, diventando padre, così, del frutto del suo grembo. E lo sposo ed il padre lo fa davvero: con disponibilità, con cura e con una discrezione incredibile. È un uomo che sa creare spazio, Giuseppe, e lo fa davvero, fino in fondo: nel suo ritrarsi per lasciare posto e nel suo esserci, comunque, sempre, con una dedizione unica, con una capacità autentica di accoglienza. Anche i pastori accolgono Gesù. Forse perché si sono già sentiti loro stessi – misteriosamente, ma realmente - accolti da una presenza che si fa loro vicina con un volto che non mette paura e con un modo di offrirsi che non incute timore. E loro sono lì, con i loro animali a testimoniare che anche i più poveri sanno donare qualcosa. Che, oltretutto, è l’essenziale. Lui, il Bambino, non lo sa. Ma sta sperimentato tutto questo. E sarà importante per lui, per il suo mestiere di uomo, per il suo cammino di fratello, di amico, di testimone. Impara così a gustare la vita e ad apprezzare la bellezza e la formidabile forza dell’accoglienza e del dono. Sì come ogni bambino riceve. Sta dentro l’accoglienza. E porterà con sé tutto questo, se saprà, un giorno, donare tutto se stesso fino alla croce. Intanto, comunque, egli è già dono. Deposto dalle mani di Maria nella mangiatoia, è già lì per tutti. È già lì come dono offerto a tutti. Maria l’ha staccato da sé e l’ha posto in uno spazio che è oltre sé. Perché è suo figlio, sì. Ma anche per lei è, insieme, Altro. È Dono gratuito per tutti. È Presenza di un Amore che nessuno ha visto mai. È Tenerezza di Dio fatta carne. È già, proprio lì, nella mangiatoia, cibo per tutti, pane per ogni persona che è disposta ad avvicinarsi a Lui, per cogliere il dono. Sì. A Betlemme, la casa del pane, - è questa un antico significato del nome Betlemme - finalmente c’è il pane vero, per tutti. Quel pane che non costa nulla, se non la disponibilità ad accogliere, a prendere, a condividere. Vorremmo proprio avere anche noi questa disponibilità.